Abstract: | Marano Vicentino, tra il 1915 e il 1918 è sede di comandi, ospedali militari e truppe destinate al fronte, oltre che meta temporanea di profughi e sfollati provenienti dai paesi vicini. Affiorano progressivamente le difficoltà e le tensioni causate alla popolazione dalle inevitabili difficoltà alimentari. Scarseggiano i beni alimentari primari. Le donne maranesi, con i mariti e i figli maschi al fronte, insorgono e si oppongono ai tentativi di aumentare i prezzi del latte. I cereali prodotti localmente, come nel caso della Fattoria Fioretti che alcuni anni prima divenne nota per aver selezionato il “sorgo maranelo”, subiscono sequestri a favore dell’esercito in guerra. Numerosi provvedimenti del Regno, sin dal 1915, impongono restrizioni che obbligano ad utilizzare farine di bassa qualità, per ottenere quantità maggiori di pane. Solo i malati degli ospedali possono contare su pane di qualità meno scadente. A partire dal 1° gennaio 1917, con controlli sempre più pesanti, i fornai sono obbligati a produrre il cosiddetto “pane di guerra”, enfaticamente celebrato da D’Annunzio: scuro, con farina grezza, mal lievitato, umido, veniva venduto raffermo, il giorno dopo la cottura. |