Abstract: | Il 9 ottobre 1888, un comitato locale propone al Comune di Schio di creare una collezione pubblica di libri, oggetti storici e artistici. Il 20 novembre, il Comune approva l'idea. Il progetto del museo, inizialmente pensato per essere ospitato presso il palazzo Toaldi Capra o il vecchio Ginnasio di via Porta di Sotto, crea difficoltà organizzative e diffidenza da parte dei donatori e viene accantonato. Tuttavia, il ritrovamento di reperti archeologici sul monte Summano rinnova l'interesse per questa idea. Nel 1911, con il supporto della soprintendenza agli scavi nel Veneto, la Scuola Tecnica del Castello diventa sede museale assieme a una collezione di libri. Vengono anche stabiliti un regolamento e delle figure chiave: Conservatore, Custode e Commissione di patronato. L'attenzione è posta soprattutto sui reperti romani, come il cippo funerario di Caio Valerio Prisco da Jesolo, la lapide di Santa Giustina da Giavenale e le corna di cervo istoriate da Magrè. "La provincia di Vicenza" del 1912 lo definisce un museo modesto ma prezioso. |