Abstract: | L’origine del toponimo Pasubio, montagna che accomuna le genti trentine e vicentine, per le vicende storiche, la dimensione rurale e le attività escursionistiche, suscita notevole interesse. L’autore, alle ipotesi storiche di studiosi quali Olivieri, Pellegrini, Battisti, Lorenzi che ne ricollegarono l’origine alla funzione di passaggio tra le valli vicentine e trentine, contrappone un’origine etimologica legata alla funzione di pascolo. In particolare, Pasubio, in latino “passubulum”, deriverebbe da “pastus”, e “pabulum” ovvero posta del pascolo. L’analoga origine di altri toponimi trentini, cadorini e friulani, avvalorerebbe l’ipotesi, come pure l’analisi di altri toponimi ricorrenti nell’area del Pasubio, come “sella”, “bocca”, “colletto”, “Xomo” e “Xon”, riconducibili con evidenza all’idea di “passo” o “valico”. Presente già in documenti duecenteschi, il toponimo Pasubio compare nella carta vicentina di Pigafetta (1580-1581), di Giovanni Molino (1608 e 1621), Angelo Zanovello (1676), Domenico Dell’Acqua (1739), Antonio Zatta (1783), Anton von Zach nella Kriegskarte (1798-1805), Richard de Rouvre (1810) e, infine, in più punti dei Catasti, a partire da quello italo-austriaco (1809-1836). Singolare, infine, appare il tentativo, durante il regno Lombardo Veneto, di estendere il toponimo Pasubio a tutta la sommità del massiccio, al tempo sotto il controllo austriaco. |