Abstract: | L’abate Giovanni Battista Dalla Vecchia (1831-1903), santorsiano di nascita, ma con radici per parte paterna a San Rocco (al tempo comune autonomo), viene ordinato sacerdote il 23 dicembre del 1854. Dopo alcuni anni di apostolato a Montecchio Precalcino (VI), verso la fin del 1863 è chiamato come istitutore nella famiglia Leopardi, a Recanati. Fino alla fine del 1868, l’abate Dalla Vecchia è aio del conte Luigi, ma anche amministratore e bibliotecario. Cesserà dall’incarico dopo pochi mesi dalla morte della contessa Paolina Leopardi, sorella di Giacomo, il grande poeta. Il saggio, cui hanno contribuito gli scritti di Umberto Dalla Vecchia (1866-1908) - nipote di Giovanni Battista - ed Alessandro Panajia, indaga i caratteri e i rapporti familiari di casa Leopardi e il ruolo dell’abate nella vicenda della diaspora degli scritti autografi del poeta Giacomo, di cui viene formulata una prima ricostruzione. La personalità di Dalla Vecchia emerge dagli scritti della contessa Teresa Teja, cognata di Leopardi, con cui intrattiene un lungo rapporto e dalla quale riceve l’incarico di collaborare a stendere le “memorie leopardiane”, le “Notes biographiques sur Leopardi et sa famille”, edite a Parigi nel 1881. Lo studio prosegue con un inedito carteggio tra Alessandro Rossi e la contessa Teresa, che fu sua ospite a Santorso, e con le informazioni sugli ultimi anni di vita dell’abate, nel frattempo divenuto parroco “ad interim” di S. Maria di Loreto alle Piane, desunte dal suo “Giornale”. In conclusione, brevi note sulla figura di Umberto Dalla Vecchia, destinatario di alcuni autografi leopardiani e due appendici finali dedicate ad oggetti di Giacomo Leopardi, ricevuti dall’abate, e a tre lettere della contessa Paolina al di lui nipote “Pietruccio”, Pietro Paolo Dalla Vecchia (1856-1940). |